giovedì 21 ottobre 2010

Dolore evitabile

Oggi sono arrabbiata. In alcuni momenti sono stata furiosa.
Day hospital, sono in un letto con flebo attaccata, nessuno sa chi sono e che lavoro faccio. Vengono a far sdraiare un paziente che ha appena eseguito un esame doloroso, per lui molto doloroso: è pallido, sta in piedi a fatica. Iniziano a commentare l'esame appena fatto e quanto faccia male con la vicina di posto, ragazza di 18 anni che ha fatto lo stesso esame una settimana fa.
Io ascolto, sto zitta e la rabbia cresce.
Perché, come medico, mi rendo conto che ci sono tantissime difficoltà organizzative e poche risorse, i medici fanno quello che possono con quello che hanno, e in fondo è un esame che dura pochi minuti... ma FA MALE e SI POTREBBE FARE SENZA SENTIRE NIENTE. Basterebbe farlo in sedazione. Io lo so bene: sono un'anestesista, è il mio lavoro.
Ma gli anestesisti sono tutti davvero stracarichi di lavoro; se trovi l'anestesista disponibile per un paio di ore la settimana, devi fornirgli anche farmaci e attrezzature (e sono costi e difficoltà organizzative); se fai una sedazione poi devi tenere i pazienti a letto in osservazione per qualche ora, e i letti dove sono?
In più nella maggior parte dei casi è "sufficiente" fare un po' di benzodiazepine endovena: il paziente si tranquillizza e spesso dopo non ricorda più di tanto il dolore. Io apprezzo la buona volontà dei medici che fanno almeno questo ai loro pazienti (e il loro coraggio, perché le benzodiazepine possono dare in alcuni casi difficoltà respiratorie... per fortuna basta avere l'antagonista a portata di mano). Apprezzo la loro buona volontà, ma so benissimo (e forse alcuni non lo sanno), che le benzodiazepine ti stordiscono e ti danno amnesia, ma NON tolgono il dolore. Il fatto che uno spesso dopo non lo ricordi non implica che non l'abbia sentito, e il dolore non ha effetti solo a livello cosciente (ci andrebbe un ripassino di fisiologia ma qui non è il caso).
L'altra cosa che spesso si prende in considerazione in casi come questi (ma non solo, penso per esempio alla riduzione delle fratture) è che "in fondo si fa in fretta, è questione di qualche minuto... Basta sopportare un po'..." (Voi paghereste un dentista che vi devitalizza o toglie un dente con un'anestesia insufficiente o nulla perché "tanto è questione di qualche minuto"???)
Così, nell'Anno del Signore 2010, nel Sistema Sanitario Nazionale Italiano che è e rimane, nonostante tutto, uno dei migliori al mondo, quando si devono fare esami dolorosi, o ridurre fratture, o... spesso il paziente è costretto a subire il dolore, convinto oltretutto che non ci sia alternativa.
Che nessuno in questo momento venga a farmi discorsi del tipo "in Italia non si usano abbastanza analgesici per una questione culturale, perché la Chiesa Cattolica dice che la sofferenza ha valore salvifico bla bla bla...". In questo momento potrebbe ricevere dalla sottoscritta quantomeno una legnata. Balle. Lo dico da anestesista e da cattolica. Il dolore spesso non si tratta per ignoranza e problemi organizzativi e di risorse. Tutto qui.
Grrrr....

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